(in ebraico
Mosheh ben Maymon). Filosofo ebreo. Nato in una famiglia di
ebrei spagnoli, a tredici anni fu costretto a lasciare la Spagna per sfuggire
alla persecuzione degli Almohadi. Si trasferì dapprima nell'Africa
nord-occidentale, poi in Palestina e in Egitto dove svolse la professione
medica. Massimo rappresentante della filosofia ebraica medioevale,
sviluppò la propria concezione nell'opera intitolata
Guida degli
indecisi (o
dei perplessi), considerata la summa teologica della
scolastica ebraica. Il suo pensiero si pone in una posizione intermedia tra
l'accettazione della fede cieca e la totale rinuncia al dato della fede.
M. si pone altresì in una posizione intermedia tra razionalismo e
volontarismo, in ordine al contenuto della speculazione. Sulla base del
principio della necessità dell'essere, egli dimostra l'esistenza di Dio e
i suoi attributi, ma sotto la spinta pragmatica dell'istanza religiosa, assume
una posizione di tipo volontaristico nella considerazione dell'origine del mondo
e in quella della libertà umana, affermando che all'uomo è
concessa la libera iniziativa dell'azione. Tra le sue opere principali, oltre
alla
Guida dei perplessi, scritta in arabo e tradotta in ebraico,
figurano un commento alla
Mishnah in arabo e un codice in ebraico di
diritto talmudico, intitolato
Seconda Legge (Cordova 1135 - Il Cairo
1204).